venerdì 9 agosto 2013

CURE NATURALI PER I NOSTRI AMICI

Gli animali rispondono straordinariamente alla floriterapia di Bach e da qui posso fermamente dire che sfatano il famoso effetto placebo. Gli  animali non ragionano come noi, quindi non stanno meglio solo perchè sono convinti che una medicina li guarisce, ma visto che non possono comunicare con il linguaggio, per curarli ci si può basare unicamente sul proprio spirito di osservazione, il che richiede grande capacità di immedesimazione e di trarre le giuste conclusioni.
Se per esempio il vostro cane fa il matto da quando avete preso  un altro animale domestico in casa,  si tratta probabilmente di gelosia, quindi Holly è il giusto rimedio. Se il vostro cane non mangia più da quando il gatto dei vicini lo ha graffiato, per aiutarlo a superare lo shock è utile somministrargli Star of Bethlehem, se invece avete un cane pauroso si può aiutare con Mimulus,per le paure e Larch per dare più fiducia in se stesso.  Se invece uno spavento improvviso, come un tuono, uno sparo o un rumore forte spaventa terribilmente il vostro cane o gatto il rimedio più opportuno è Rock Rose, che è proprio il fiore della paura che terrorizza Se è particolarmente aggressivo dategli Holly. Se è troppo sottomesso va bene Centaury. Se è apatico, con scarsa volontà di fare qualcosa il rimedio indicato è Clematisse invece lo vedete iperattivo,  andrà bene Vervain, lo renderà più equilibrato. Se soffre di mal d'auto o di otite, il rimedio che potete dargli èSclerantus, fiore dell'equilibrio in aggiunta a Mimulus.  
Avete cambiato casa e il vostro amico peloso fa fatica ad adattarsi?  Dategli alcune gocce nella ciotola di Walnut per i cambiamenti e Honeysucle, per la nostalgia del vecchio ambiente. Se si intimorisce e mette la coda tra le zampe ogni qualvolta gli parlate con tono di voce che a lui pare un rimprovero, il rimedio ottimale è Pine (per i sensi di colpa). Se, nonostante i rimproveri continua a fare le stesse cose, può essere utile somministrare  Chestnut  Bud per quelli che non imparano dagli errori precedenti.
In ogni caso dopo aver appreso la caratteristica di ogni singolo fiore potrete somministrare al vostro animale domestico quel fiore che ritenete opportuno, come per gli umani, osservando il suo comportamento. 


COME SOMMINISTRARGLIELI?
Noi umani possiamo prendere le goccine 4 volte al giorno, come prescritto, mettendole sotto la lingua, per gli animali possiamo agire in due modi: il primo versare le gocce sul naso, il cane o il gatto si leccheranno e quindi le ingoieranno, oppure possiamo mettere i rimedi nella ciotola dell'acqua da bere, assicurandoci che non ce ne sia troppa e che il vostro animale beva sovente. 

giovedì 8 agosto 2013

FIORE DEL GIORNO: Honeysuckle...

  • Stato d'animo "bloccato": 

    Si vorrebbe tornare indietro, rivivendo i momenti passati di cui si ha nostalgia. Il pensiero è ancorato ai ricordi piacevoli ormai andati.

    Il passato è migliore di ciò che si vive. Ciò si può verificare in molti ambiti, quali la donna che non accetta di invecchiare, il lavoratore che non ama la vita da pensionato, lo studente che vorrebbe tornare alla classe delle elementari ecc.

    Quando si tende ad idealizzare il passato e si vorrebbe che tutto fosse come lo era una volta, recente o lontana nel tempo.

    L'aspetto trasformato di Honeysuckle ci permette di accogliere appieno le cose e le persone nuove . E il passato è solo fonte di gioia per quello che ha donato. Honeysuckle è utile anche nei casi di lutto

  • Stato d'animo "trasformato": 

    Si è consapevoli del presente, trasformando i ricordi in forza e scopi di vita.

  • Stati d'animo e sintomi collegati ad Honeysuckle in ordine di importanza:

    • Rimpianti
    • Rimpianto con nostalgia
    • Nostalgia per cose o situazioni che si sono lasciate
    • Mancanza di concentrazione perché si pensa al passato
    • Intrappolati nel passato
    • Malinconia per i ricordi
  • Frase chiave di Honeysuckle: 

    "Una volta era diverso."

  • Affermazione positiva di Honeysuckle: 

    "Ogni giorno è un nuovo inizio per me"

  • Definizione di E. Bach del rimedio Honeysuckle:

    "Quelli che vivono molto nel passato, tempo forse di grande gioia, o di memorie di un amico perduto, o di ambizioni mai realizzate. Non si aspettano altra felicità simile a quella già conosciuta. "


martedì 6 agosto 2013

FIORE DEL GIORNO... Holly

  • Stato d'animo "bloccato": 

    Si è vendicativi, arrabbiati, gelosi con gli altri, e lo si dimostra. Si vedono aspetti negativi dietro ogni avvenimento, o si ha la sensazione di essere raggirati.

    Il fiore della gelosia eccessiva, sia motivata che immotivata. Holly apre il proprio cuore verso l'amore per l'altro con comprensione e tatto. Lo stato “negativo” di Holly blocca in se stessi e si vede il mondo esterno solo come fonte di imbrogli contro noi stessi creando astio e gelosia.
    Holly permette di rilassarsi aprendosi con fiducia verso gli altri.

  • Stato d'animo "trasformato": 

    Si vive nell'amore, senza tensioni ma con la chiarezza e la comprensione necessaria per amare.

  • Stati d'animo e sintomi collegati ad Holly in ordine di importanza:

    • Gelosia morbosa
    • Gelosia che reca danno all'altro
    • Rancore con astio
    • Astio
    • Assenza di amore verso il prossimo
    • Invidia manifesta
    • Gioia per i problemi altrui
    • Rabbia con odio
    • Vendetta
    • Crudeltà verso gli altri
    • Aggressività a causa di gelosia
    • Amarezza a causa di delusione
    • Assenza di amore che porta a sentirsi soli
    • Aggressività a causa di odio
    • Rabbia 
  • Frase chiave di Holly: 

    "Se lo prendo gli faccio vedere io..."

  • Affermazione positiva di Holly: 

    "Apro il mio cuore e sono pieno d'amore"

  • Definizione di E. Bach del rimedio Holly:

    "Per quelli che talvolta vengono assaliti da pensieri di gelosia, invidia, vendetta, sospetto. Per le diverse forme di contrarietà e corruccio. Possono soffrire molto nel proprio intimo, benché spesso non vi sia una reale causa a giustificare tale infelicità. "


lunedì 5 agosto 2013

INTELLIGENZA EMOTIVA-come stimolarla nei bambini

Mentre da un lato è importante capire ed accettare il temperamento nostro e dei nostri figli, dall’altro è fondamentale riuscire a guidarli nel tortuoso percorso per diventare esseri sociali. Infatti un bambino introverso può andare incontro ad isolamento da parte del gruppo, un bambino molto attivo può essere talmente irrequieto a scuola da renderlo insopportabile all’insegnante, un bambino molto razionale può trasformarsi nel saputello antipatico che vuole sempre avere l’ultima parola. In altre parole è necessario riuscire ad educare i nostri figli ad essere disciplinati , per poter utilizzare le caratteristiche del loro temperamento in modo positivo, invece che distruttivo, e riuscire ad affermarsi socialmente.
Il temperamento non giustifca la maleducazione, e non è una condanna. Il “che ci posso fare, lui è fatto così” è troppo spesso sintomo di uno scaricarsi di responsabilità educative. Impariamo invece a trasformare le caratteristiche del temperamento in punti di forza, dai quali partire per crescere delle persone più consapevoli di se stessi e delle proprie capacità.

L’educazione passa necessariamente attraverso la consapevolezza e il controllo delle proprie emozioni. Un bambino che perde le staffe rapidamente ha bisogno di capire il sentimento di rabbia che prova, dargli un nome, trovarne i confini, per imparare infine a controllarlo. La capacità di relazionarsi con gli altri, di empatizzare, di provare sentimenti e controllare emozioni negative, è chiamata intelligenza emotiva.
Mentre la rete pullula di test per confrontare il proprio quoziente intellettivo a quello di Einstein, o più di recente di Obama, ci sono evidenze scientifiche che l’intelligenza emotiva ha valore maggiore per stabilire le capacità di successo di una persona, inclusa la sua capacità di essere felice nella vita. E la buona notizia è che l’intelligenze emotiva si apprende. Certo, ci sono persone che riescono ad empatizzare spontaneamente con il prossimo, ma se anche appartenete a quella fascia di popolazione totalmente incapace, sappiate che l’intelligenza emotiva si può imparare. E si può insegnare ai propri figli.

Gli studi condotti da John Gottman, autore di Intelligenza emotiva per un figlio, mostrano che bambini a cui i genitori hanno insegnato ad essere emotivamente intelligenti riescono a concentrarsi meglio e quindi riescono meglio a scuola, sanno calmarsi più rapidamente quando si agitano o arrabbiano, hanno un controllo fisiologico maggiore e quindi si ammalano di meno. Anche in caso di situazioni molto difficili, quali la separazione dei genitori o la morte di una persona cara i bambini emotivamente intelligenti riescono a superare la crisi, spesso continuano ad avere un buon rendimento scolastico, e riescono più facilmente ad evitare comportamenti autodistruttivi, quali ad esempio l’uso di sostanze stupefacenti, in periodo adolescenziale.

John Gottman, basandosi su risultati di ricerche scientifiche condotte per decine di anni su centinaia di famiglie, ha identificato vari tipi di genitori, a seconda del loro comportamento rispetto alle emozioni dei figli e ne ha studiato gli effetti sulla crescita emotiva dei bambini. In base a questi studi, si è scoperto che i genitori possono essere divisi in quattro grandi tipologie:

Genitori noncuranti, che sminuiscono, ridicolizzano o addirittura ignorano le emozioni negative dei figli.
(E’ ridicolo che non vuoi andare all’asilo. Non c’è nulla di cui aver paura. Li ci sono i tuoi amichetti e ti divertirai. Dai su, ora passiamo in pasticceria a comprare un dolcetto, così ti passa.)

Genitori censori, che criticano le espressioni di sentimenti negativi e che possono arrivare a rimproverare o punire i figli per queste manifestazioni emotive
(E’ ridicolo che non vuoi andare all’asilo. Sono stanca di questo comportamento, non sei più un neonato. Agisci da grande! Se continui così questa è la volta buona che le prendi.)

Genitori lassisti, che accettano le emozioni dei figli e si dimostrano empatici, ma non riescono a offrire loro una guida o a porre limiti al loro comportamento, spesso rimandano il problema, distraendolo ad esempio con un gioco, fino a che si ripresenterà la volta successiva.
(Oh come ti capisco! E’ naturale che vuoi rimanere a casa con la tua mamma. Anche io sono triste. Magari giochiamo insieme dieci minuti e poi usciamo senza piangere però.)

Genitori allenatori emotivi partono come i genitori lassisti, empatizzando con i sentimenti del bambino, ma poi colgono l’occasione per parlare del sentimento, dargli un nome, e trovare una soluzione, senza distrarlo dai sentimenti negativi che sta provando.

Quali comportamenti dei genitori fanno veramente la differenza?
Ci sono 5 cose che fanno i genitori allenatori e che costituiscono le basi dell’allenamento emotivo:

1. Sono consapevoli delle emozioni del bambino
2. Riconoscono nell’emozione un’opportunità di intimità e di insegnamento
3. Ascoltano con empatia, e convalidano i sentimenti del bambino
4. Insegnano al bambino le parole necessarie a definire le emozioni che prova
5. Pongono dei limiti, mentre aiutano il bambino a risolvere il problema

Detto così sembra facile. Uno dei problemi più difficili da superare in realtà è il primo punto, ossia essere consapevoli delle emozioni del bambino. Per poterlo fare bisogna essere prima di tutto consapevoli delle proprie emozioni, e questo non è sempre facile, a causa dell’educazione ricevuta. La storia famigliare o la cultura in cui viviamo condiziona molto la nostra percezione delle emozioni. Per qualcuno la rabbia è un’emozione particolarmente negativa, per altri lo è la paura. Può quindi capitare di essere dei bravi allenatori emotivi per un certo tipo di emozione che sentiamo meno negativa, e dei genitori censori per un’altra. Insomma come sempre mentre cerchiamo di educare al meglio i nostri figli, abbiamo una splendida occasione di imparare molto anche su noi stessi.
Il porre dei limiti al comportamento è particolarmente importante all’inizio, quando non si è ancora sviluppata una capacità del bambino a trovare soluzioni da solo. Nel porre limiti è necessario far capire al bambino la distinzione tra il sentimento provato, di rabbia, gelosia o frustrazione, che è perfettamente normale, dal comportamento che è accettabile oppure no. E’ perfettamente normale essere geloso del fratellino, ma non è accettabile tirargli i capelli. E’ normale aver paura di iniziare la scuola, ma non è accettabile il lancio di oggetti o l’inveire contro mamma e papà. Ed è perfettamente normale provare a volte sentimenti contrastanti tra loro.


L'INTERVISTA: Ricardo Orozco

Ricardo Orozco (1956) laureato in medicina presso l’Università di Barcellona. E’ floriterapeuta dal 1984. Considerato una delle massime autorità a livello internazionale nel campo della floriterapia di Bach che insegna dal 1993.

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Sta dando un notevole contributo alla terapia floreale grazie a i principi transpersonali e la diagnosi differenziale sviluppato in collaborazione con lo psicologo Clemente Sánchez.

  1. I detrattori dei rimedi di Bach dicono che sono solo acqua e brandy e il loro effetto è solo placebo, cosa rispondi loro?
    Non tutte le terapie che funzionano attraverso un principio attivo, come i farmaci allopatici e di erboristeria. Ci sono altre terapie che usano informazioni energetiche trasferibili in acqua.
    Qualche tempo fa ho letto un’intervista con il premio Nobel per la medicina nel 2008, Luc Montagnier, in cui spiegava come il suo team aveva trovato questainformazione vibrazionale in acqua, riferendosi all’omeopatia. L’effetto placebo dei rimedi di Bach si ha solo se i rimedi non sono prescritti in modo serio. Ma questo può accadere con qualsiasi cosa, farmaci allopatici compresi.
  2. Bach ha scritto: “Tutto quello che dobbiamo fare è conservare la nostra personalità, vivere la nostra vera vita. Essere capitano della vera nave. E tutto andrà bene.” Cosa ne pensi, oltre ai fiori di Bach cosa bisogna fare per ottenerlo? 
    Bach in questo paragrafo parla di autoconsapevolezza, e questo implica una buona connessione tra l’anima e la personalità.
    In termini più moderni si potrebbe parlare di un buon grado di intelligenza emozionale.
    I fiori di Bach sono come intelligenza emotiva liquida e ci aiutano ad essere padroni della nostra nave e portarla al porto corrispondente.
  3. Raccontaci una delle tue più belle esperienze con i fiori di Bach.
    Ad aprile 2011 mio padre morì.
    Durante la sua vita l’ho trattato raramente con i fiori. Nella sua ultima settimana di vita è stato ricoverato in una clinica e ogni sera è rimasto con lui un membro della famiglia. Nessuno riusciva a  spiegarsi come potesse sopravvivere un giorno in più. La notte che è toccato a me stare con lui preparai una miscela ed è morto serenamente tenendo la mia mano mentre gli stavo dando i fiori.
    In vita aveva spesso rifiutato il trattamento floreale, forse perché non avevamo un ottimo rapporto.  Ma non credo che sia morto perché avevamo qualcosa in sospeso, irrisolto.
    E ‘stato molto emozionante e denso di significato questo addio e l’effetto dei fiori il migliore possibile.
  4. Molti temono con i fiori di Bach un peggioramento iniziale, quale è la tua esperienza? Cosa consigli di fare in questi casi?
    Un buon setting terapeutico, dove il paziente si sente accompagnato, è importante quanto i fiori. Ciò richiede un terapeuta qualificato.
    Non c’è da preoccuparsi di un peggioramento iniziale.
    Senza dubbio, la floriterapia di Bach è una terapia profonda e come in tutte le terapie profonde possono sorgere dei disagi, facilmente superabili con l’aiuto di un buon terapeuta.
  5. Il principio transpersonale che hai sviluppato era applicabile anche quando Bach creò il metodo oppure è un’evoluzione dettata dai tempi attuali?
    In effetti, rappresenta un’evoluzione della terapia, anche se è basato su alcuni vecchi casi del Dr. Bach stesso, dove erano stati prescritti alcuni fiori che non corrispondevano alla personalità del paziente.
    Con l’uso del principio transpersonale si può, ad esempio, utilizzare i fiori localmente con risultati molto buoni. E’ un lavoro che ho approfondito dal 1995.
  6. La divisione dei rimedi floreali in 7 gruppi è utile? Cosa ne pensi?
    Secondo me non è molto utile, perché il problema è che i nomi dati a ciascun gruppo sono troppo limitanti. Senza andare oltre, ci sono molti più fiori per la paura che i cinque elencati nel primo gruppo.
  7. Verrai presto in Italia? Se sì quando?
    L’Italia è un paese a me molto caro, dove il mio lavoro ha avuto un forte impatto. Di solito vengo diverse volte all’anno. Nel 2012 ho date a febbraio (Torino) e  a maggio (Bologna).
  8. Un consiglio o un messaggio sulla floriterapia che vuoi lasciare ai miei lettori. 
    Soprattutto capire che non è uguale il  dare o prendere i fiori rispetto ad una terapia floreale correttamente gestita e in un appropriato contesto terapeutico.
    Non approfondire solo lo studio dei fiori, ma anche la conoscenza della mente umana, le emozioni e le tecniche di colloquio. È in questo modo che potrete godere appieno dei fiori di Bach.

I NOSODI DEL DOTTOR HAHNEMANN Lo sconosciuto percorso che ha condotto ai fiori di bach




















Tutti riconosciamo il dottor Edward Bach come il padre della floriterapia, ma poco, pochissimo sappiamo della strada percorsa per arrivare a concepirla nella pratica. Vedremo ora una parte di tale percorso, talmente valida che ancora oggi è presente nell’omeopatia e nell’omotossicologia di Reckweg: ” Nosodi del dottor Bach”. A trent'anni a causa di un'emorragia, fu operato d'urgenza e gli viene diagnosticata una grave malattia, la diagnosi dei colleghi non lascia spazio - tumore alla milza con metastasi- , tre mesi di vita. Immunologo e batteriologo iniziò ad impegnarsi nella ricerca al fine di lasciare qualcosa di utile per l'umanità. Questa attitudine produce il "miracolo della guarigione". Passano i tre mesi e non solo lui era ancora vivo, ma l'esperienza della malattia l'aveva reso più tenace nel perseguimento del suo intento.

Più tardi, forse grazie anche a questa esperienza, arriverà alla conclusione che "non vi è vera guarigione senza la pace dell'anima e la gioia interiore". Analizzando le relazioni tra le malattie croniche ed il lato esistenziale dell'essere, divide i batteri che causano le malattie in sette macrogruppi ai quali collega caratteristiche personali specifiche. Pensa dapprima che ogni malattia generi determinati atteggiamenti ma poi comprende che ogni stato d'animo genera invece una malattia. Le sue scoperte in batteriologia risultarono pionieristiche e i rimedi da lui i scoperti entrarono nella storia dell'omeopatia, autovaccini per curare l'intossicazione intestinale che sta alla base delle malattie croniche. Fu in grado di riconoscere lo stretto rapporto che intercorre tra la malattia cronica e l'intossicazione intestinale individuando 7 gruppi di bacilli ai quali corrispondono 7 tipi umani, classificati secondo il comportamento, le attitudini del corpo, l'espressione del viso, la mentalità ecc.. Poteva così prevedere quale tipo di bacillo predominasse nella flora intestinale di un determinato paziente solo dall'osservazione clinica.

In sostanza, classifica i numerosi batteri intestinali in gruppi, a seconda della loro azione; ricava così i nosodi conosciuti come "i nosodi di Bach". Utilizzandoli ebbe la conferma che ad ogni gruppo di batteri corrispondeva un tipo particolare di personalità nei pazienti. Infatti, tale osservazione fondamentale lo avrebbe portato, nel 1930, ad abbandonare gli onori e la fama e a ritirarsi nella campagna del Galles per continuare la sua ricerca: tutti i pazienti che presentavano caratteristiche simili a livello emotivo, indipendentemente dai sintomi fisici che presentavano, trovavano un rapido beneficio dalla somministrazione del medesimo nosode. I nosodi sono rimedi omeopatici ricavati da “prodotti” patologici sterilizzati o da culture microbiotiche devitalizzate. Studiò quindi sempre più attentamente ogni paziente nelle sue reazioni, espressioni, abitudini e iniziò a prescrivere i rimedi non in base ai sintomi fisici, ma in accordo con quanto emerso dalle osservazioni, cioè in base ai sintomi caratteriologici. Il termine “nosode” fu coniato da Costantin Hering. Già i Cinesi, molti secoli prima, utilizzavano, in forma diluita, i secreti essiccati prelevati dai malati di vaiolo.

Constatò ripetutamente che i malati affetti da strane paure presentavano un tipico aumento dei batteri del paratifo nelle feci. I pazienti nervosi, irritabili e con lo sguardo fisso, erano per lo più infestati del battero proteus. Altri, che a prima vista sembravano sani ma erano tuttavia affetti da malattie croniche, presentavano un sovrannumero di colibatteri. Bach affermava: "è possibile registrare in una tabella le percentuali dei microrganismi presenti nei campioni fecali giornalieri dei pazienti e stabilire un rapporto tra queste percentuali e lo stato di salute del paziente". Bach si immerse nella ricerca batteriologica, isolò i microscopici abitatori dell'intestino su determinati substrati nutritivi per controllare come digerivano i diversi zuccheri (glucosio, lattosio ecc.), se producevano gas se avevano una reazione acida o basica. In base al tipo di scomposizione degli zuccheri, classificò le migliaia di ceppi batterici nei sette gruppi. Questi costituirono la base di partenza dei suoi nosodi omeopatici. Fedele al suo principio trattare l'eguale con l'eguale, del tipo di batterio che predominava in un paziente preparava un cosidetto vaccino autogeno.

Con alcuni dei batteri presenti nello stomaco dei malati cronici preparò un vaccino che poi inietto nei suoi pazienti che lentamente guarirono:
· Bacterius proteus
· Bacterius dysentery
· Bacterius Morgan
· Bacterius Faekals alkalagenes
· Bacterius Coli mutabile
· Bacterius Gaertner
· Bacterius Nº 7

In effetti molte patologie possono essere provocate dalla caduta di difese immunitarie dando la possibilità ad agenti patogeni come i batteri di attaccare l’organo “bersaglio”. A provocare la cistite ad esempio, è, di norma, la migrazione dall'area genitale verso le vie urinarie di microbi come l'Escherichia coli, Areobacter, Proteus. A innescarla può contribuire un'improvvisa caduta di difese dell'organismo, provocata magari semplicemente dal freddo. La disbiosi, alterazione della presenza di batteri (flora batterica) nel nostro organismo, porta all’emersione di patologie anche importanti. Può causare lesioni alla parete intestinale, che lascia passare nel sangue le sostanze tossiche, genera forti squilibri a livello neurovegetativo (quindi nella nostra centralina di comando) e a livello immunitario.