Ben-Essere
Pensare al proprio progetto di vita e viverlo... dalla nascita e per tutta la vita! Il Progetto Ben-Essere ha finalità di prevenzione, di educazione e promozione della salute individuale, sociale ed ambientale. Lo scopo è principalmente quello di fornire un contributo operativo alla promozione della salute e al riequilibrio psicofisico degli individui.
lunedì 12 agosto 2013
venerdì 9 agosto 2013
CURE NATURALI PER I NOSTRI AMICI
giovedì 8 agosto 2013
FIORE DEL GIORNO: Honeysuckle...
Stato d'animo "bloccato":
Si vorrebbe tornare indietro, rivivendo i momenti passati di cui si ha nostalgia. Il pensiero è ancorato ai ricordi piacevoli ormai andati.
Il passato è migliore di ciò che si vive. Ciò si può verificare in molti ambiti, quali la donna che non accetta di invecchiare, il lavoratore che non ama la vita da pensionato, lo studente che vorrebbe tornare alla classe delle elementari ecc.
Quando si tende ad idealizzare il passato e si vorrebbe che tutto fosse come lo era una volta, recente o lontana nel tempo.
L'aspetto trasformato di Honeysuckle ci permette di accogliere appieno le cose e le persone nuove . E il passato è solo fonte di gioia per quello che ha donato. Honeysuckle è utile anche nei casi di lutto
Stato d'animo "trasformato":
Si è consapevoli del presente, trasformando i ricordi in forza e scopi di vita.
Stati d'animo e sintomi collegati ad Honeysuckle in ordine di importanza:
- Rimpianti
- Rimpianto con nostalgia
- Nostalgia per cose o situazioni che si sono lasciate
- Mancanza di concentrazione perché si pensa al passato
- Intrappolati nel passato
- Malinconia per i ricordi
Frase chiave di Honeysuckle:
"Una volta era diverso."
Affermazione positiva di Honeysuckle:
"Ogni giorno è un nuovo inizio per me"
Definizione di E. Bach del rimedio Honeysuckle:
"Quelli che vivono molto nel passato, tempo forse di grande gioia, o di memorie di un amico perduto, o di ambizioni mai realizzate. Non si aspettano altra felicità simile a quella già conosciuta. "
martedì 6 agosto 2013
FIORE DEL GIORNO... Holly
Stato d'animo "bloccato":
Si è vendicativi, arrabbiati, gelosi con gli altri, e lo si dimostra. Si vedono aspetti negativi dietro ogni avvenimento, o si ha la sensazione di essere raggirati.
Il fiore della gelosia eccessiva, sia motivata che immotivata. Holly apre il proprio cuore verso l'amore per l'altro con comprensione e tatto. Lo stato “negativo” di Holly blocca in se stessi e si vede il mondo esterno solo come fonte di imbrogli contro noi stessi creando astio e gelosia.Holly permette di rilassarsi aprendosi con fiducia verso gli altri.Stato d'animo "trasformato":
Si vive nell'amore, senza tensioni ma con la chiarezza e la comprensione necessaria per amare.
Stati d'animo e sintomi collegati ad Holly in ordine di importanza:
- Gelosia morbosa
- Gelosia che reca danno all'altro
- Rancore con astio
- Astio
- Assenza di amore verso il prossimo
- Invidia manifesta
- Gioia per i problemi altrui
- Rabbia con odio
- Vendetta
- Crudeltà verso gli altri
- Aggressività a causa di gelosia
- Amarezza a causa di delusione
- Assenza di amore che porta a sentirsi soli
- Aggressività a causa di odio
- Rabbia
Frase chiave di Holly:
"Se lo prendo gli faccio vedere io..."
Affermazione positiva di Holly:
"Apro il mio cuore e sono pieno d'amore"
Definizione di E. Bach del rimedio Holly:
"Per quelli che talvolta vengono assaliti da pensieri di gelosia, invidia, vendetta, sospetto. Per le diverse forme di contrarietà e corruccio. Possono soffrire molto nel proprio intimo, benché spesso non vi sia una reale causa a giustificare tale infelicità. "
lunedì 5 agosto 2013
INTELLIGENZA EMOTIVA-come stimolarla nei bambini
Mentre da un lato è importante capire ed accettare il temperamento nostro e dei nostri figli, dall’altro è fondamentale riuscire a guidarli nel tortuoso percorso per diventare esseri sociali. Infatti un bambino introverso può andare incontro ad isolamento da parte del gruppo, un bambino molto attivo può essere talmente irrequieto a scuola da renderlo insopportabile all’insegnante, un bambino molto razionale può trasformarsi nel saputello antipatico che vuole sempre avere l’ultima parola. In altre parole è necessario riuscire ad educare i nostri figli ad essere disciplinati , per poter utilizzare le caratteristiche del loro temperamento in modo positivo, invece che distruttivo, e riuscire ad affermarsi socialmente.
Il temperamento non giustifca la maleducazione, e non è una condanna. Il “che ci posso fare, lui è fatto così” è troppo spesso sintomo di uno scaricarsi di responsabilità educative. Impariamo invece a trasformare le caratteristiche del temperamento in punti di forza, dai quali partire per crescere delle persone più consapevoli di se stessi e delle proprie capacità.
L’educazione passa necessariamente attraverso la consapevolezza e il controllo delle proprie emozioni. Un bambino che perde le staffe rapidamente ha bisogno di capire il sentimento di rabbia che prova, dargli un nome, trovarne i confini, per imparare infine a controllarlo. La capacità di relazionarsi con gli altri, di empatizzare, di provare sentimenti e controllare emozioni negative, è chiamata intelligenza emotiva.
Mentre la rete pullula di test per confrontare il proprio quoziente intellettivo a quello di Einstein, o più di recente di Obama, ci sono evidenze scientifiche che l’intelligenza emotiva ha valore maggiore per stabilire le capacità di successo di una persona, inclusa la sua capacità di essere felice nella vita. E la buona notizia è che l’intelligenze emotiva si apprende. Certo, ci sono persone che riescono ad empatizzare spontaneamente con il prossimo, ma se anche appartenete a quella fascia di popolazione totalmente incapace, sappiate che l’intelligenza emotiva si può imparare. E si può insegnare ai propri figli.
Gli studi condotti da John Gottman, autore di Intelligenza emotiva per un figlio, mostrano che bambini a cui i genitori hanno insegnato ad essere emotivamente intelligenti riescono a concentrarsi meglio e quindi riescono meglio a scuola, sanno calmarsi più rapidamente quando si agitano o arrabbiano, hanno un controllo fisiologico maggiore e quindi si ammalano di meno. Anche in caso di situazioni molto difficili, quali la separazione dei genitori o la morte di una persona cara i bambini emotivamente intelligenti riescono a superare la crisi, spesso continuano ad avere un buon rendimento scolastico, e riescono più facilmente ad evitare comportamenti autodistruttivi, quali ad esempio l’uso di sostanze stupefacenti, in periodo adolescenziale.
John Gottman, basandosi su risultati di ricerche scientifiche condotte per decine di anni su centinaia di famiglie, ha identificato vari tipi di genitori, a seconda del loro comportamento rispetto alle emozioni dei figli e ne ha studiato gli effetti sulla crescita emotiva dei bambini. In base a questi studi, si è scoperto che i genitori possono essere divisi in quattro grandi tipologie:
Genitori noncuranti, che sminuiscono, ridicolizzano o addirittura ignorano le emozioni negative dei figli.
(E’ ridicolo che non vuoi andare all’asilo. Non c’è nulla di cui aver paura. Li ci sono i tuoi amichetti e ti divertirai. Dai su, ora passiamo in pasticceria a comprare un dolcetto, così ti passa.)
Genitori censori, che criticano le espressioni di sentimenti negativi e che possono arrivare a rimproverare o punire i figli per queste manifestazioni emotive
(E’ ridicolo che non vuoi andare all’asilo. Sono stanca di questo comportamento, non sei più un neonato. Agisci da grande! Se continui così questa è la volta buona che le prendi.)
Genitori lassisti, che accettano le emozioni dei figli e si dimostrano empatici, ma non riescono a offrire loro una guida o a porre limiti al loro comportamento, spesso rimandano il problema, distraendolo ad esempio con un gioco, fino a che si ripresenterà la volta successiva.
(Oh come ti capisco! E’ naturale che vuoi rimanere a casa con la tua mamma. Anche io sono triste. Magari giochiamo insieme dieci minuti e poi usciamo senza piangere però.)
I Genitori allenatori emotivi partono come i genitori lassisti, empatizzando con i sentimenti del bambino, ma poi colgono l’occasione per parlare del sentimento, dargli un nome, e trovare una soluzione, senza distrarlo dai sentimenti negativi che sta provando.
Quali comportamenti dei genitori fanno veramente la differenza?
Ci sono 5 cose che fanno i genitori allenatori e che costituiscono le basi dell’allenamento emotivo:
1. Sono consapevoli delle emozioni del bambino
2. Riconoscono nell’emozione un’opportunità di intimità e di insegnamento
3. Ascoltano con empatia, e convalidano i sentimenti del bambino
4. Insegnano al bambino le parole necessarie a definire le emozioni che prova
5. Pongono dei limiti, mentre aiutano il bambino a risolvere il problema
Detto così sembra facile. Uno dei problemi più difficili da superare in realtà è il primo punto, ossia essere consapevoli delle emozioni del bambino. Per poterlo fare bisogna essere prima di tutto consapevoli delle proprie emozioni, e questo non è sempre facile, a causa dell’educazione ricevuta. La storia famigliare o la cultura in cui viviamo condiziona molto la nostra percezione delle emozioni. Per qualcuno la rabbia è un’emozione particolarmente negativa, per altri lo è la paura. Può quindi capitare di essere dei bravi allenatori emotivi per un certo tipo di emozione che sentiamo meno negativa, e dei genitori censori per un’altra. Insomma come sempre mentre cerchiamo di educare al meglio i nostri figli, abbiamo una splendida occasione di imparare molto anche su noi stessi.
Il porre dei limiti al comportamento è particolarmente importante all’inizio, quando non si è ancora sviluppata una capacità del bambino a trovare soluzioni da solo. Nel porre limiti è necessario far capire al bambino la distinzione tra il sentimento provato, di rabbia, gelosia o frustrazione, che è perfettamente normale, dal comportamento che è accettabile oppure no. E’ perfettamente normale essere geloso del fratellino, ma non è accettabile tirargli i capelli. E’ normale aver paura di iniziare la scuola, ma non è accettabile il lancio di oggetti o l’inveire contro mamma e papà. Ed è perfettamente normale provare a volte sentimenti contrastanti tra loro.
L'INTERVISTA: Ricardo Orozco
Sta dando un notevole contributo alla terapia floreale grazie a i principi transpersonali e la diagnosi differenziale sviluppato in collaborazione con lo psicologo Clemente Sánchez.
- I detrattori dei rimedi di Bach dicono che sono solo acqua e brandy e il loro effetto è solo placebo, cosa rispondi loro?
Non tutte le terapie che funzionano attraverso un principio attivo, come i farmaci allopatici e di erboristeria. Ci sono altre terapie che usano informazioni energetiche trasferibili in acqua.
Qualche tempo fa ho letto un’intervista con il premio Nobel per la medicina nel 2008, Luc Montagnier, in cui spiegava come il suo team aveva trovato questainformazione vibrazionale in acqua, riferendosi all’omeopatia. L’effetto placebo dei rimedi di Bach si ha solo se i rimedi non sono prescritti in modo serio. Ma questo può accadere con qualsiasi cosa, farmaci allopatici compresi. - Bach ha scritto: “Tutto quello che dobbiamo fare è conservare la nostra personalità, vivere la nostra vera vita. Essere capitano della vera nave. E tutto andrà bene.” Cosa ne pensi, oltre ai fiori di Bach cosa bisogna fare per ottenerlo?
Bach in questo paragrafo parla di autoconsapevolezza, e questo implica una buona connessione tra l’anima e la personalità.
In termini più moderni si potrebbe parlare di un buon grado di intelligenza emozionale.
I fiori di Bach sono come intelligenza emotiva liquida e ci aiutano ad essere padroni della nostra nave e portarla al porto corrispondente. - Raccontaci una delle tue più belle esperienze con i fiori di Bach.
Ad aprile 2011 mio padre morì.
Durante la sua vita l’ho trattato raramente con i fiori. Nella sua ultima settimana di vita è stato ricoverato in una clinica e ogni sera è rimasto con lui un membro della famiglia. Nessuno riusciva a spiegarsi come potesse sopravvivere un giorno in più. La notte che è toccato a me stare con lui preparai una miscela ed è morto serenamente tenendo la mia mano mentre gli stavo dando i fiori.
In vita aveva spesso rifiutato il trattamento floreale, forse perché non avevamo un ottimo rapporto. Ma non credo che sia morto perché avevamo qualcosa in sospeso, irrisolto.
E ‘stato molto emozionante e denso di significato questo addio e l’effetto dei fiori il migliore possibile. - Molti temono con i fiori di Bach un peggioramento iniziale, quale è la tua esperienza? Cosa consigli di fare in questi casi?
Un buon setting terapeutico, dove il paziente si sente accompagnato, è importante quanto i fiori. Ciò richiede un terapeuta qualificato.
Non c’è da preoccuparsi di un peggioramento iniziale.
Senza dubbio, la floriterapia di Bach è una terapia profonda e come in tutte le terapie profonde possono sorgere dei disagi, facilmente superabili con l’aiuto di un buon terapeuta. - Il principio transpersonale che hai sviluppato era applicabile anche quando Bach creò il metodo oppure è un’evoluzione dettata dai tempi attuali?
In effetti, rappresenta un’evoluzione della terapia, anche se è basato su alcuni vecchi casi del Dr. Bach stesso, dove erano stati prescritti alcuni fiori che non corrispondevano alla personalità del paziente.
Con l’uso del principio transpersonale si può, ad esempio, utilizzare i fiori localmente con risultati molto buoni. E’ un lavoro che ho approfondito dal 1995. - La divisione dei rimedi floreali in 7 gruppi è utile? Cosa ne pensi?
Secondo me non è molto utile, perché il problema è che i nomi dati a ciascun gruppo sono troppo limitanti. Senza andare oltre, ci sono molti più fiori per la paura che i cinque elencati nel primo gruppo. - Verrai presto in Italia? Se sì quando?
L’Italia è un paese a me molto caro, dove il mio lavoro ha avuto un forte impatto. Di solito vengo diverse volte all’anno. Nel 2012 ho date a febbraio (Torino) e a maggio (Bologna). - Un consiglio o un messaggio sulla floriterapia che vuoi lasciare ai miei lettori.
Soprattutto capire che non è uguale il dare o prendere i fiori rispetto ad una terapia floreale correttamente gestita e in un appropriato contesto terapeutico.
Non approfondire solo lo studio dei fiori, ma anche la conoscenza della mente umana, le emozioni e le tecniche di colloquio. È in questo modo che potrete godere appieno dei fiori di Bach.